Che cos'è

Il Metodo Feldenkrais è uno straordinario sistema globale di educazione somatica che usa il movimento per sviluppare una piena consapevolezza di sé e migliorare la propria autoimmagine. Il Metodo Feldenkrais agisce riorganizzando in modo più funzionale i movimenti e le azioni che compiamo nella vita quotidiana (ad es. allungarsi per prendere un oggetto, sedersi o alzarsi da una sedia, camminare, correre, suonare uno strumento, ecc.) con conseguente maggior benessere generale. Questa riorganizzazione avviene spontaneamente nel momento in cui le persone sono in grado di percepire chiaramente le proprie abitudini ed hanno l’occasione di scoprire delle alternative che possono sentire migliori. Quindi, attraverso le varie esperienze che offre il Metodo Feldenkrais, si accresce la consapevolezza del corpo in movimento, si sviluppa la propriocezione, si affina la qualità di gesti e movimenti e migliora l’immagine di sé. La nostra quotidianità può quindi riacquisire facilità e vitalità, leggerezza e flessibilità, e migliorare in precisione ed efficacia.

E’ quindi un indispensabile sostegno che ci aiuta a vivere una vita più dinamica e piena.
Caratteristica del Metodo è l’utilizzo di movimenti che la persona può sentire piacevoli e sicuri. Con la pratica del metodo ognuno diventa artefice del proprio benessere globale, migliorando la capacità di agire nel modo circostante. In poche parole si diventa padroni di sé stessi. Il Feldenkrais è particolarmente consigliato alle persone con speciali necessità e che quindi incontrano particolari difficoltà nel compiere le azioni quotidiane o che le sentono faticose e poco efficaci.
Per praticare il Metodo Feldenkrais basta avere curiosità, apertura all’esplorazione, alla conoscenza di sé e all’ascolto del proprio corpo.

(Tratto dal sito dell'Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais)

Metodo Feldenkrais®

Tutto quello che serve per imparare

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"Il movimento è vita. La vita è un processo. Migliora la qualità del processo e migliorerai la qualità della vita stessa." M.F.

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Ciò che distingue la nostra specie dagli altri animali, è l'enorme capacità di apprendimento. Quasi tutto ciò che sappiamo fare oggi lo abbiamo imparato nel corso del tempo. Mentre un cavallo appena nato impiega poche ore per riuscire stare sulle sue zampe, un bambino per stare in piedi necessita di un lungo percorso per cui ha già in sé tutte le risorse necessarie. Nasciamo quindi con poco istinto, ma una grandissima capacità creare nuove sinapsi, ovvero di imparare. Il che ci rende estremamente flessibili e adattabili alle diverse circostanze. Ciò ci ha permesso nel corso dei secoli di adattarci a vivere in regioni del mondo con caratteristiche estremamente diverse, divenendo specie dominante.

Poiché molte delle abilità più basilari vengono imparate in tenerissima età, spesso non ne abbiamo consapevolezza. Ma ogni nostra abilità ha bisogno di essere acquisita, dalle più semplici come il rotolare alle più complesse come suonare il violino, giocare a golf o specializzarsi in qualsiasi attività. Ma poiché il processo di apprendimento è sempre influenzato dall'ambiente e dalle condizioni in cui si trova la persona, cioè da un contesto specifico e concreto, è possibile che al mutare della situazione il modo di agire precedentemente appreso possa rivelarsi non più adatto alle nuove circostanze. Ovvero essere privo della necessaria flessibilità affinché la persona possa adattare di volta in volta lo schema di azione e interazione in modo che questo sia sempre il più efficace possibile.

Ciò che ci è necessario in un certo periodo della nostra vita, potrebbe non esserlo più con il passare del tempo, potremmo ad esempio conservare schemi di protezione dell'infanzia che ora non sono più necessari e che ci ostacolano, inducendoci a comportamenti compulsivi che non riusciamo a riconoscere e a controllare.

In altre parole: impariamo sempre l'approssimazione migliore per riuscire a fronteggiare una situazione all'interno di un determinato contesto. Ma cosa succede al variare del contesto se conserviamo uno schema di comportamento appreso in un momento della nostra vita molto diverso? Certi modelli di protezione potrebbero ad esempio non essere più necessari, c'è quindi bisogno di modificare in parte il nostro modo di agire per adattarci al cambiamento.

Per questo il Metodo Feldenkrais lavora sulla flessibilità. Moshe Feldenkrais ripeteva spesso "Non sono interessato alla flessibilità del corpo, ma a quella della mente", all'interno di una concezione unitaria di mente-corpo. Fine del metodo non è apprendere un'abilità specifica, ma migliorare la nostra capacità di imparare nuove variazioni di ciò che già sappiamo fare. Imparare di nuovo con un qualità superiore, con una maggiore consapevolezza che ci permetta di adattare l'azione a differenti relazioni, contesti, umori in modo da renderlo sempre (più) efficace.

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Ciò che distingue la nostra specie dagli altri animali, è l'enorme capacità di apprendimento. Quasi tutto ciò che sappiamo fare oggi lo abbiamo imparato nel corso del tempo. Mentre un cavallo appena nato impiega poche ore per riuscire stare sulle sue zampe, un bambino per stare in piedi necessita di un lungo percorso per cui ha già in sé tutte le risorse necessarie. Nasciamo quindi con poco istinto, ma una grandissima capacità creare nuove sinapsi, ovvero di imparare. Il che ci rende estremamente flessibili e adattabili alle diverse circostanze. Ciò ci ha permesso nel corso dei secoli di adattarci a vivere in regioni del mondo con caratteristiche estremamente diverse, divenendo specie dominante.

Poiché molte delle abilità più basilari vengono imparate in tenerissima età, spesso non ne abbiamo consapevolezza. Ma ogni nostra abilità ha bisogno di essere acquisita, dalle più semplici come il rotolare alle più complesse come suonare il violino, giocare a golf o specializzarsi in qualsiasi attività. Ma poiché il processo di apprendimento è sempre influenzato dall'ambiente e dalle condizioni in cui si trova la persona, cioè da un contesto specifico e concreto, è possibile che al mutare della situazione il modo di agire precedentemente appreso possa rivelarsi non più adatto alle nuove circostanze. Ovvero essere privo della necessaria flessibilità affinché la persona possa adattare di volta in volta lo schema di azione e interazione in modo che questo sia sempre il più efficace possibile.

Ciò che ci è necessario in un certo periodo della nostra vita, potrebbe non esserlo più con il passare del tempo, potremmo ad esempio conservare schemi di protezione dell'infanzia che ora non sono più necessari e che ci ostacolano, inducendoci a comportamenti compulsivi che non riusciamo a riconoscere e a controllare.

In altre parole: impariamo sempre l'approssimazione migliore per riuscire a fronteggiare una situazione all'interno di un determinato contesto. Ma cosa succede al variare del contesto se conserviamo uno schema di comportamento appreso in un momento della nostra vita molto diverso? Certi modelli di protezione potrebbero ad esempio non essere più necessari, c'è quindi bisogno di modificare in parte il nostro modo di agire per adattarci al cambiamento.

Per questo il Metodo Feldenkrais lavora sulla flessibilità. Moshe Feldenkrais ripeteva spesso "Non sono interessato alla flessibilità del corpo, ma a quella della mente", all'interno di una concezione unitaria di mente-corpo. Fine del metodo non è apprendere un'abilità specifica, ma migliorare la nostra capacità di imparare nuove variazioni di ciò che già sappiamo fare. Imparare di nuovo con un qualità superiore, con una maggiore consapevolezza che ci permetta di adattare l'azione a differenti relazioni, contesti, umori in modo da renderlo sempre (più) efficace.

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Ciò che distingue la nostra specie dagli altri animali, è l'enorme capacità di apprendimento. Quasi tutto ciò che sappiamo fare oggi lo abbiamo imparato nel corso del tempo. Mentre un cavallo appena nato impiega poche ore per riuscire stare sulle sue zampe, un bambino per stare in piedi necessita di un lungo percorso per cui ha già in sé tutte le risorse necessarie. Nasciamo quindi con poco istinto, ma una grandissima capacità creare nuove sinapsi, ovvero di imparare. Il che ci rende estremamente flessibili e adattabili alle diverse circostanze. Ciò ci ha permesso nel corso dei secoli di adattarci a vivere in regioni del mondo con caratteristiche estremamente diverse, divenendo specie dominante.

Poiché molte delle abilità più basilari vengono imparate in tenerissima età, spesso non ne abbiamo consapevolezza. Ma ogni nostra abilità ha bisogno di essere acquisita, dalle più semplici come il rotolare alle più complesse come suonare il violino, giocare a golf o specializzarsi in qualsiasi attività. Ma poiché il processo di apprendimento è sempre influenzato dall'ambiente e dalle condizioni in cui si trova la persona, cioè da un contesto specifico e concreto, è possibile che al mutare della situazione il modo di agire precedentemente appreso possa rivelarsi non più adatto alle nuove circostanze. Ovvero essere privo della necessaria flessibilità affinché la persona possa adattare di volta in volta lo schema di azione e interazione in modo che questo sia sempre il più efficace possibile.

Ciò che ci è necessario in un certo periodo della nostra vita, potrebbe non esserlo più con il passare del tempo, potremmo ad esempio conservare schemi di protezione dell'infanzia che ora non sono più necessari e che ci ostacolano, inducendoci a comportamenti compulsivi che non riusciamo a riconoscere e a controllare.

In altre parole: impariamo sempre l'approssimazione migliore per riuscire a fronteggiare una situazione all'interno di un determinato contesto. Ma cosa succede al variare del contesto se conserviamo uno schema di comportamento appreso in un momento della nostra vita molto diverso? Certi modelli di protezione potrebbero ad esempio non essere più necessari, c'è quindi bisogno di modificare in parte il nostro modo di agire per adattarci al cambiamento.

Per questo il Metodo Feldenkrais lavora sulla flessibilità. Moshe Feldenkrais ripeteva spesso "Non sono interessato alla flessibilità del corpo, ma a quella della mente", all'interno di una concezione unitaria di mente-corpo. Fine del metodo non è apprendere un'abilità specifica, ma migliorare la nostra capacità di imparare nuove variazioni di ciò che già sappiamo fare. Imparare di nuovo con un qualità superiore, con una maggiore consapevolezza che ci permetta di adattare l'azione a differenti relazioni, contesti, umori in modo da renderlo sempre (più) efficace.

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Ciò che distingue la nostra specie dagli altri animali, è l'enorme capacità di apprendimento. Quasi tutto ciò che sappiamo fare oggi lo abbiamo imparato nel corso del tempo. Mentre un cavallo appena nato impiega poche ore per riuscire stare sulle sue zampe, un bambino per stare in piedi necessita di un lungo percorso per cui ha già in sé tutte le risorse necessarie. Nasciamo quindi con poco istinto, ma una grandissima capacità creare nuove sinapsi, ovvero di imparare. Il che ci rende estremamente flessibili e adattabili alle diverse circostanze. Ciò ci ha permesso nel corso dei secoli di adattarci a vivere in regioni del mondo con caratteristiche estremamente diverse, divenendo specie dominante.

Poiché molte delle abilità più basilari vengono imparate in tenerissima età, spesso non ne abbiamo consapevolezza. Ma ogni nostra abilità ha bisogno di essere acquisita, dalle più semplici come il rotolare alle più complesse come suonare il violino, giocare a golf o specializzarsi in qualsiasi attività. Ma poiché il processo di apprendimento è sempre influenzato dall'ambiente e dalle condizioni in cui si trova la persona, cioè da un contesto specifico e concreto, è possibile che al mutare della situazione il modo di agire precedentemente appreso possa rivelarsi non più adatto alle nuove circostanze. Ovvero essere privo della necessaria flessibilità affinché la persona possa adattare di volta in volta lo schema di azione e interazione in modo che questo sia sempre il più efficace possibile.

Ciò che ci è necessario in un certo periodo della nostra vita, potrebbe non esserlo più con il passare del tempo, potremmo ad esempio conservare schemi di protezione dell'infanzia che ora non sono più necessari e che ci ostacolano, inducendoci a comportamenti compulsivi che non riusciamo a riconoscere e a controllare.

In altre parole: impariamo sempre l'approssimazione migliore per riuscire a fronteggiare una situazione all'interno di un determinato contesto. Ma cosa succede al variare del contesto se conserviamo uno schema di comportamento appreso in un momento della nostra vita molto diverso? Certi modelli di protezione potrebbero ad esempio non essere più necessari, c'è quindi bisogno di modificare in parte il nostro modo di agire per adattarci al cambiamento.

Per questo il Metodo Feldenkrais lavora sulla flessibilità. Moshe Feldenkrais ripeteva spesso "Non sono interessato alla flessibilità del corpo, ma a quella della mente", all'interno di una concezione unitaria di mente-corpo. Fine del metodo non è apprendere un'abilità specifica, ma migliorare la nostra capacità di imparare nuove variazioni di ciò che già sappiamo fare. Imparare di nuovo con un qualità superiore, con una maggiore consapevolezza che ci permetta di adattare l'azione a differenti relazioni, contesti, umori in modo da renderlo sempre (più) efficace.

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Ciò che distingue la nostra specie dagli altri animali, è l'enorme capacità di apprendimento. Quasi tutto ciò che sappiamo fare oggi lo abbiamo imparato nel corso del tempo. Mentre un cavallo appena nato impiega poche ore per riuscire stare sulle sue zampe, un bambino per stare in piedi necessita di un lungo percorso per cui ha già in sé tutte le risorse necessarie. Nasciamo quindi con poco istinto, ma una grandissima capacità creare nuove sinapsi, ovvero di imparare. Il che ci rende estremamente flessibili e adattabili alle diverse circostanze. Ciò ci ha permesso nel corso dei secoli di adattarci a vivere in regioni del mondo con caratteristiche estremamente diverse, divenendo specie dominante.

Poiché molte delle abilità più basilari vengono imparate in tenerissima età, spesso non ne abbiamo consapevolezza. Ma ogni nostra abilità ha bisogno di essere acquisita, dalle più semplici come il rotolare alle più complesse come suonare il violino, giocare a golf o specializzarsi in qualsiasi attività. Ma poiché il processo di apprendimento è sempre influenzato dall'ambiente e dalle condizioni in cui si trova la persona, cioè da un contesto specifico e concreto, è possibile che al mutare della situazione il modo di agire precedentemente appreso possa rivelarsi non più adatto alle nuove circostanze. Ovvero essere privo della necessaria flessibilità affinché la persona possa adattare di volta in volta lo schema di azione e interazione in modo che questo sia sempre il più efficace possibile.

Ciò che ci è necessario in un certo periodo della nostra vita, potrebbe non esserlo più con il passare del tempo, potremmo ad esempio conservare schemi di protezione dell'infanzia che ora non sono più necessari e che ci ostacolano, inducendoci a comportamenti compulsivi che non riusciamo a riconoscere e a controllare.

In altre parole: impariamo sempre l'approssimazione migliore per riuscire a fronteggiare una situazione all'interno di un determinato contesto. Ma cosa succede al variare del contesto se conserviamo uno schema di comportamento appreso in un momento della nostra vita molto diverso? Certi modelli di protezione potrebbero ad esempio non essere più necessari, c'è quindi bisogno di modificare in parte il nostro modo di agire per adattarci al cambiamento.

Per questo il Metodo Feldenkrais lavora sulla flessibilità. Moshe Feldenkrais ripeteva spesso "Non sono interessato alla flessibilità del corpo, ma a quella della mente", all'interno di una concezione unitaria di mente-corpo. Fine del metodo non è apprendere un'abilità specifica, ma migliorare la nostra capacità di imparare nuove variazioni di ciò che già sappiamo fare. Imparare di nuovo con un qualità superiore, con una maggiore consapevolezza che ci permetta di adattare l'azione a differenti relazioni, contesti, umori in modo da renderlo sempre (più) efficace.

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